Un Paese in crescita demografica ma in gran parte sono immigrati. L’ISTAT rispetto all’anno precedente ha verificato che gli italiani sono -76.106 rispetto al 2015. Un calo decisamente vertiginoso dovuto anche allo scarso rapporto tra nascite e morti.

Gli anziani vivono più a lungo mentre ci sono poche nascite. Basti pensare che le nascite sono state mezzo milione nell’anno precedente di cui 69 mila sono stranieri,un calo che si verifica dall’anno 2008. Anno dell’inizio della crisi economica. Scarseggiano il lavoro,le prospettive,i progetti,l’innovazione. Sono anni in cui porre le basi per un nucleo familiare non è un fattore semplice.

Si scontrano così due fattori: la volontà di generare una nuova vita contrapposta alla scarsa probabilità di potergli garantire un futuro sereno. E’ il prezzo da pagare alla crisi. Una crisi che distrugge i sogni e i progetti,funge come un ostacolo da superare attraverso l’inventiva e la motivazione.

Paradossalmente sono gli immigrati che contribuiscono all’aumento della nostra popolazione con le nascite e con il continuo arrivo dei flussi migratori. Fiumi di persone che arrivano con la speranza di cominciare una nuova vita. Speranze che spesso restano illusorie.

In modo simultaneo continuano a crescere le acquisizioni di cittadinanza. Nel 2016 i “nuovi italiani” sono più di 200mila. La cittadinanza maggiormente rappresentata è della provenienza rumena (23%) seguita da quella albanese (8%).
Un Paese quindi con due poli opposti. Da un lato la crescita della popolazione dovuta agli immigrati,dall’altro una popolazione residente che diminuisce.

Le future nascite stimate non saranno sufficienti a compensare i futuri decessi. Entro il 2065 la popolazione aumenterebbe solo del 7%, una percentuale decisamente bassa.

Come si evince dal grafico qui sotto riportato negli anni assisteremo ad un calo demografico notevole con una percentuale di nascite che andrà a diminuire progressivamente.

Lo scenario futuro è quello di una popolazione che diminuisce e invecchia: si
verificherà un impoverimento della parte giovanile del paese contrapposta ad un arricchimento lavorativo e produttivo della fascia adulta. I giovani quindi saranno coloro che risentiranno maggiormente gli effetti di una crisi che avanza sempre più velocemente,loro che rappresentano la parte innovativa del nostro Paese.
L’auspicio delle nuove generazioni è quello di riuscire ad avere gli strumenti per poter mettere in pratica le proprie competenze in ambito lavorativo e non solo,avere una stabilità per trasformare i propri sogni…in realtà.

Sulla base di numeri statistici è un prospetto che richiede una riforma demografica da parte delle istituzioni. Favorire le nascite e gestire in maniera più omogenea e strutturata l’immigrazione,questa la speranza che può portare ad un progresso del Paese.